Con questo articolo vogliamo entrare in un mondo che ancora oggi ha un’atmosfera particolare e a volte misteriosa: lo studio di un professionista. Parliamo di studi legali, notarili, commerciali, medici ecc., insomma quelli più frequentati dalla maggior parte delle persone.
Tali luoghi hanno una loro gerarchia, un proprio rituale, i propri principi. Ci sono ancora ambiti dove si cammina adagio, con ieratica circospezione. Troviamo studi patriarcali di vecchia generazione e studi di nuova costituzione. Studi moderni, con mobili di design, oppure classici con mobili di austera antichità. Quasi tutti improntati allo stile del Dominus (il titolare) e alla sua personalità. A volte si entra in ambienti raffinati, arredati con buon gusto, a volte troviamo cataste di faldoni che non sappiamo quale storia contengano. Ebbene, anche in questi territori possono annidarsi malcostume e negligenza.
Non vogliamo addentrarci troppo nel particolare ma ci fa piacere fare un breve riepilogo di un aspetto che spesso si riscontra all’interno di questi “templi della conoscenza”: i rapporti interpersonali tra tutti i componenti dello studio. Scorrendo l’articolo si potrà obiettare che sono argomenti scontati, ma sfido chiunque a dimostrare quanto i seguenti semplici principi vengano davvero applicati. Nella esperienza di chi scrive sono state riscontrate situazioni a volte spiacevoli, a volte inopportune. Equivoci appositamente creati per imbarazzare i neofiti, e non solo. Comunque essi siano strutturati negli uffici professionali generalmente c’è un dominus, i colleghi, gli impiegati e i praticanti.
Codici deontologici e Business Etiquette
Non va sottaciuto che per tutti gli ordini professionali esiste un codice deontologico che esprime le regole fondamentali a cui deve riferirsi il libero professionista; tuttavia, non nuoce ripassare qualche semplice norma quotidiana di Business Etiquette che può aiutare a fare la differenza. Creare buone abitudini, per esempio, è il principio di una Kind Company (una organizzazione professionale formata da Etiquette Italy ai valori della gentilezza) e della Business Etiquette su cui si incentra il concetto di base: “ripetere per ricordare”. Svolgere le attività con metodo regolare, osservare un rituale disciplinato, aderire alle nozioni del Bon Ton Professionale è un modo per dare al proprio lavoro quel dettaglio che spesso crea la differenza che sfocia poi in eccellenza.
Il praticante di studio non va mai trascurato
Molti sono i protagonisti che si interfacciano in un ambiente di lavoro come sopra descritto; tuttavia, oggi mettiamo il focus proprio sul praticante di studio, solitamente un giovane fresco di laurea, che deve passare attraverso l’esperienza di praticantato prima di lanciarsi nel mondo del lavoro per proprio conto. Il fatto che sia l’ultimo arrivato e tra i più giovani frequentatori dello studio non significa che si disponga di un factotum da cui pretendere qualsiasi cosa, ma è compito dei Senior di studio introdurre quei precetti che dovranno diventare un modus vivendi imprescindibile, anche quando lo status di praticante cesserà definitivamente. La medesima cosa dovrà essere sollecitata anche agli altri soggetti del gruppo di lavoro. Ricordarsi e ricordare che l’etica del lavoro deve rivestire ogni azione quotidiana, al fine di non dare spazio ad alcuna considerazione negativa dal punto di vista professionale.
Vogliamo allegare al presente articolo il decalogo del praticante, dopo aver fatto una serie di considerazioni sul comportamento da adottare, e guardando alla Business Etiquette come a un “faro ispiratore”.
Generalmente il tirocinante viene accolto da un dipendente Senior dello studio che procederà a presentarlo agli altri componenti del team.
E’ gradevole dare al nuovo arrivato un benvenuto e accordargli attenzione. Occorre ricordarsi che i giovani sono i nostri leader di domani e tutti coloro che ne vengono in contatto hanno il dovere di trasferire il meglio della personale conoscenza, per aiutare la giovane leva a comprendere e discernere meglio i meccanismi della società e del lavoro a cui si stanno approcciando.
Non essere supponenti e protervi, ma modesti e semplici. Non occorre ostentare la propria conoscenza, è sufficiente dimostrare come si applica nel proprio lavoro. Dedicare un po’ del proprio tempo a questi giovani è un ottimo mezzo per renderli più sicuri e motivati a proseguire il loro impegno. Sembra un paradosso, ma non è una perdita di tempo, bensì un arricchimento personale, anche quando si ha l’età in cui imparare non viene più richiesto.
Chiedere come si vedono nello studio e se hanno trovato il loro spazio, sarà apprezzato sicuramente.
E non va trascurato il fatto che lo scambio generazionale è certamente un evento gratificante.
Ogni componente dell’ufficio è tenuto a dare il proprio contributo alla crescita del giovane lavoratore, ricordando che la gentilezza e l’educazione producono sempre energia positiva e propositiva.
Stimolare e incentivare il praticante potrà essere un ottimo mezzo per ricevere una collaborazione più attenta e proficua.
Il decalogo del praticante di studio
Dal canto suo il praticante non deve mancare nelle sue azioni quotidiane e per questo vogliamo esprimere un sintetico decalogo che potrebbe essere anche il riferimento di ogni persona che voglia davvero contribuire a creare un ambiente di lavoro stimolante e concludente.
Il nuovo arrivato:
1. Si presenta con una energica stretta di mano e con un sorriso;
2. Se non viene presentato a tutti i componenti dello studio si presenterà da solo e dichiarando chi è; al mattino quando entra saluta tutti e altrettanto fa quando va via;
3. Deve dare rigorosamente del Lei a tutti. Non chiede “possiamo darci del tu” ad una persona più vecchia di lui. Sarà la persona meno giovane che, se vorrà, potrà invitare il praticante a dare del tu;
4. Sarà vestito decorosamente e curato nell’igiene personale;
5. Dovunque venga collocato, dovrà usare gli spazi in modo ordinato e pulito. Dopo l’utilizzo lascerà tutto come è stato trovato e soprattutto, sistemato precisamente.
6. Usa il cellulare il meno possibile.
7. Non fa domande personali ma tante domande di lavoro. Evita pettegolezzi e chiacchiere inutili. Cerca di espletare i compiti affidatogli e se non sono chiari ne chiede spiegazioni cercando di trovare i momenti più opportuni e approcciandosi sempre con grande discrezione.
8. Se capitasse di trovarsi senza mansioni sarà utile per lui cercarsi un libro o una rivista specializzata da leggere.
9. Non diffonde ad altri le notizie e i fatti di cui viene a conoscenza;
10. Dovrà dare dimostrazione di serietà e riservatezza fin dal primo momento. Avere bene in mente che le voci circolano, per cui, farsi una cattiva reputazione, non è professionale e rischia di diventare poco proficuo.
Sarà interessante raccogliere la sua opinione su come procede il proprio tirocinio e sulle proprie esigenze, al fine di poter trovare una buona sintonia e un buon avvio al lavoro.
In conclusione, è bene usare il buon senso e la gentilezza. La società ne ha costantemente bisogno e premia chi si impegna a promuovere con responsabilità le regole della buona educazione.
Un ambiente di lavoro sereno e accogliente è sempre un luogo gradevole in cui entrare
Il nostro consiglio è quello di investire prima possibile nella formazione di Business Etiquette. Ne trarrà beneficio non solo il gruppo di lavoro ma anche i soggetti esterni che entreranno in contatto con tali realtà. E’ accertato che coloro che hanno applicato le regole della gentilezza hanno riscontrato un aumento della produttività e un migliorato rapporto con i clienti.
Per accrescere le competenze relazionali, le buone maniere e l’eleganza comunicativa suggeriamo l’iscrizione ad un corso di Bon Ton professionale e Business Etiquette, per titolari e per collaboratori di studio. Magari pensato anche sotto forma di regalo. Sicuramente sarebbe una alternativa originale al solito presente. Quindi evviva la Business Etiquette!
Perché con un po’ di Etiquette la vita è più bella…
Articolo di Concetta Grasso – Dottore Commercialista, esperta di organizzazione aziendale e consulente certificato Etiquette Italy